MANIFESTO

Nasciamo per caso, come i fuochi fatui nelle sere calde di agosto, 
mossi dall’intenzione di raccontare persone, luoghi, oggetti, situazioni che
vengono annichilite da questa società escludente a priori.
 
Pensiamo che ci sia un filo logico che collega studenti e lavoratori
manganellati per aver espresso il loro dissenso, writer e artisti a processo davanti ad un tribunale con accuse assurde,
persone che non possono decidere per il proprio corpo liberamente,
chi viene deriso, escluso, picchiato, ucciso 
per essere semplicemente se stesso.

La scelta della fotografia analogica (oltre che puramente stilistica)
è un modo per spezzare quella catena frenetica di assorbimento
di immagini e informazioni che siamo abituati a ricevere, 
abbiamo ri-scoperto la gioia dell’attesa nello sviluppo dei rullini.
Le macchine fotografiche sono diventate un estensione del nostro sguardo.